Neoassunti a chiamata diretta
di Alessandra Ricciardi, ItaliaOggi, 11.4.2017
– Fedeli tira dritto e non accoglie la richiesta del parlamento.
Nel 2018 sarà bandito il primo concorso ordinario di formazione e reclutamento dei futuri docenti (Fit). Un nuovo sistema per i giovani che si svilupperà in parallelo al percorso per lo smaltimento delle varie tipologie di precariato che nel frattempo si sono create. Il meccanismo delineato dal decreto approvato venerdì al consiglio dei ministri, uno degli otto decreti attuativi della Buona scuola (tutti ancora in attesa della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale), mira a tenere insieme la nuova formazione con la vecchia e a creare una valvola di sfogo permanente per chi ha iniziato la professione al di fuori del canone Fit.
Le graduatorie di migliaia di precari in attesa di una regolarizzazione dovrebbero essere, nel disegno del governo, un ricordo. Anche se magari ci vorranno in alcuni casi venti anni. Molto dipende dal fabbisogno di docenti sul territorio e per classi di concorso.
I futuri docenti, dotati di laurea magistrale, dovranno superare un concorso basato su due scritti e un orale, bandito a livello regionale e per singole classi di concorso ogni due anni in base alle stime del turnover.
Per i primi anni, al concorso andranno percentuali residuali dei piani assunzionali (si veda l’altro articolo in pagina). Chi supera la selezione, accede a un triennio di formazione e tirocinio. Il primo anno sarà essenzialmente di formazione universitaria ed è finalizzato all’ottenimento della specializzazione. I corsisti riceveranno un rimborso spese, stimato in circa 400 euro al mese.
Si accede, se l’esito è positivo, ai successivi due: il secondo anno sarà a metà tra formazione e supplenze brevi, gli aspiranti docenti potranno sottoscrivere contratti di sostituzioni fino a 15 giorni al mese. Al terzo anno il docente sarà impegnato in supplenze annuali e per queste retribuito. A definire nel dettaglio le condizioni economiche della formazione iniziale e tirocinio sarà la contrattazione collettiva. A disposizione ci sono 117 milioni di euro per i primi due anni, per i successivi gli stessi fondi delle supplenze annuali.
La sottoscrizione dei contratti Fit, precisa la relazione tecnica, «comporta la successiva indisponibilità dei posti complessivamente occorrenti per lo svolgimento del terzo anno dei contratti, per ogni operazione annuale o definitiva diversa dall’immissione in ruolo dei titolari dei contratti medesimi». Superato anche il terzo anno, all’insegnante viene fatta la proposta di assunzione.
Il ministro dell’istruzione, Valeria Fedeli, ha deciso su questo punto di non recepire la richiesta del parlamento che voleva che il contrattista Fit fosse immesso in ruolo nella medesima scuola doveva aveva prestato servizio nel terzo anno. «Ciò al fine di rispettare la disciplina di cui all’articolo 1, comma 79-82 della legge 107/2015 in tema di individuazione per competenza», si legge nella relazione.
Insomma per l’immissione in ruolo il passaggio da ambito a scuola avverrà con la chiamata diretta. Nel caso in cui fosse passata la richiesta parlamentare, l’assegnazione sarebbe avvenuta in base alla graduatoria del concorso. E la bandiera della Buona scuola sarebbe stata definitivamente ammainata.
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